Carissimi,
queste prime due settimane di maggio sono
trascorse più tranquille, cioè con i soliti problemi.
Molto del mio tempo lo passo a raccogliere
statistiche sull’attività svolta in ospedale (alle attività del territorio fortunatamente
ci pensano Laura e Barbara, rispettivamente per la salute materno-infantile e
la denutrizione dei bambini). I dati da raccogliere in parte sono quelli
raccolti routinariamente dall’infermiera Jacinta, che mi sembra molto attenta e
accurata ma che si trova spesso di fronte a registri dove le attività sono
riportate in modo incompleto o con scrittura o abbreviazioni incomprensibili.
Altri dati invece li dobbiamo raccogliere io e gli altri cooperanti del Cuamm
perchè richiesti dai progetti che dobbiamo realizzare per assicurare all’ospedale
medici, farmaci e altri prodotti necessari; l’impressione, però, è che col
tempo e con l’avvicendarsi dei progetti, i dati da raccogliere si siano man
mano aggiunti (anzichè sostituirsi) e ora se ne devono raccogliere centinaia
senza un chiaro motivo: un po’ come quel soldato che negli anni ’90 faceva la
guardia ad una panchina e quando finalmente qualcuno si chiese perchè,
investigando sulla questione, scoprì che era così dal 1912 quando per una
visita di Re Vitt. Emanuele III venne messo un soldato perchè la panchina di
allora era stata appena dipinta e non si voleva che qualcuno degli ospiti vi si
sedesse (non so se l’episodio sia vero ma comunque è verosimile).
Altra attività che mi prende molto tempo sono
le riunioni: tutte le mattine, alle 8 e per 30-60 minuti, con la Direzione, i
medici e i capo-sala per l’aggiornamento su cosa è successo in ospedale nelle
24 ore precedenti; nelle due settimane passate la Direttora ha stabilito che le
riunioni, invece che nell’apposita sala dell’edificio della Direzione, si tenessero
a rotazione nei vari reparti e servizi, per approfondire a turno i problemi di
ogni settore; il lunedì mattina c’è poi la riunione del Comitato di gestione
(Direzione e medici angolani) per
decidere su come affrontare i problemi dell’ospedale. Il giovedì mattina
riunione col team economico-finanziario (con Direttora, Direttore
amministrativo, e i due contabili dell’ospedale) per stabilire cosa fare dei
quattro soldi disponibili; p. es. giovedì scorso erano disponibili 2.700 € sui
conti in banca, più 1.250 € incassati dai pazienti la settimana precedente e altri
2.750 € dati dal Cuamm come contributo mensile per un totale di 6.700 €;si è
quindi stabilito di usare 1.000 € per comprare il combustibile per auto e
generatori, 1.900 € per pagare gli stipendi di gennaio a 1 medico e 7 altri
dipendenti (gli altri aspetteranno ancora) e via via altre spese minori
(neanche un farmaco), lasciando però in cassa 3.150 € per eventuali imprevisti
... ecco questa è la lacrimevole situazione finanziaria di un ospedale da 200
letti!
Infine la riunione del venerdì alle 16 tra noi
del Cuamm: ci scambiamo informazioni sulle attività della settimana che viene,
in particolare chi va dove, per eventuali spese da fare approfittando di viaggi
nei capoluoghi di provincia e regione. E poi segnalazioni di farmaci che non ci
sono più o stanno finendo o stanno arrivando; di farmaci, reagenti di
laboratorio e altri prodotti prioritari da comprare, magari in piccole quantità
... e allora Paolo, il nostro amministratore, ci aggiorna su cosa hanno in
cassa i vari Progetti in corso e, eventualmente, si fa una colletta tra noi per
raccogliere qualche centinaio di € per gli acquisti più urgenti, spesso usando
quei soldi che ad alcuni di noi sono stati affidati da parenti, amici e
colleghi prima di partire dall’Italia.
La scorsa settimana una riunione particolarmente
difficile, a momenti tesa, con tutti i medici “ospedalieri” nel nostro
gazebo-riunioni: si discuteva, per l’ennesima volta, della difficile situazione
delle nostre tre pediatre e del troppo lavoro che devono fare. Dalla
discussione sono però venuti suggerimenti dai tre colleghi angolani e dalla
ginecologa lombarda (e da me) su come organizzarsi meglio ma la pediatra
titolare, spagnola, non accetta di affidare agli infermieri buona parte dell’attività
che in Europa fanno i medici e quindi si dovrà attendere l’imminente arrivo del
pediatra italiano che la sostituirà per tornare a un’organizzazione più
africana, più adatta a questo contesto: ci si deve adattare alla situazione e
non cercare di adattarla alle nostre precedenti esperienze ... ma non tutti ci
riescono. Intanto lei e le due specializzande in pediatria che l’affiancano
continueranno a sfiancarsi di lavoro, notte e giorno, a volte dalle 5 a ben
oltre la mezzanotte; mi dispiace per le specializzande non solo perchè così
lavorano troppo ma perchè avrebbero potuto sperimentare una diversa
organizzazione del lavoro e avrebbero potuto dedicarsi piuttosto al
miglioramento di quei settori (centro denutriti innanzitutto, ma anche l’ambulatorio
per esterni) che pare lavorino piuttosto male.
Infine ci sono le visite ufficiali di varie
delegazioni: è venuto il Vice-Governatore con un corteo di 10 fuoristrada per
promettere che varie costruzioni, iniziate negli anni scorsi e mai finite per esaurimento
dei fondi, verranno completate prima di agosto, quando ci saranno le elezioni
presidenziali. Due giorni dopo è venuto l’impresario cinese che dovrà
completare questi lavori. Poi è venuto un funzionario del Fondo Sovrano dell’Angola,
un govane e simpatico ingegnere
elettro-meccanico di Luanda, che doveva rendersi conto di un progetto da loro
finanziato, molto importante per l’ospedale e che sta terminando, per il quale chiediamo
un ri-finanziamento per tre anni; il poveretto non era mai stato quaggiù nè in
un posto povero e desolato come il Cunene, quindi è rimasto molto colpito dalla
situazione e dagli sforzi che stiamo compiendo in campo sanitario a favore di
madri e bambini: i progetti che vengono presentati al Fondo sono però numerosi
e chissà se il nostro, senza particolari appoggi politici, sarà adeguatamente
apprezzato.
E poi ci sono tanti piccoli colloqui: il
caposala dellle vaccinazioni chiede un foglio di calcolo per fare le
statistiche mensili e chiede di ripristinare la presenza di un’ostetrica che visiti
le gravide quando loro vanno a fare le vaccinazioni sul territorio (servizio
interrotto da quando i parti in ospedale sono raddoppiati senza che sia
aumentato il personale della Maternità; e ho scoperto che in Maternità c’è una
sola ostetrica diplomata: le altre sono infermiere o neanche infermiere che
hanno appreso in reparto i rudimenti dell’ostetricia!); il capo del settore
statistica, che sta ancora usando i fogli di calcolo che avevo fatto nel 2011,
chiede di riunire i fogli di calcolo di 3 mesi in modo che vengano
automaticamente calcolate le statistiche trimestrali; il personale della
Farmacia per esterni e del Deposito farmaci non hanno neanche idea di cosa
possa essere il “consumo mensile medio”, così come i caposala non sanno stimare
quanti farmaci richiedere per coprire i 3-4 giorni successivi, potendo fare le
richieste al Deposito solo due volte per settimana. Insomma una marea di
piccoli problemi.
Quindi un lavoro non avventuroso, alla Indiana
Jones, ma che anzi potrebbe essere noioso se non ricordassi sempre a me stesso
che sto cercando le teste giuste, le persone con la mentalità giusta, per
appoggiarle e formarle in modo che possano prendersi carico a lungo di questi
settori e attività che non sono direttamente in favore dei pazienti ma che sono
necessarie per assicurare a medici e infermieri l’essenziale per lavorare
decentemente con i malati.
Solo due foto per mostrare il gazebo dove ci
riuniamo noi del Cuamm il venerdì pomeriggio: nella panoramica dietro al django, un po' a sinistra, c’è la mia casa e più a sinistra la casetta e le altalene per i bambini di casa e i
loro amici locali. Nell’altra foto si vedono Laura (piemontese, progetto
Materno-Infantile nella provincia di Ombadja) e Barbara (friulana, progetto
Denutrizione nelle Provincie di Ombadja e Cahama più il Centro Speciale
Denutriti della capitale regionele), che spesso vengono a trovarmi per mettermi
al corrente delle loro attività e condividere idee.
Cari saluti a tutti.
Marco