domenica 14 maggio 2017

Due settimane normali

Carissimi,
queste prime due settimane di maggio sono trascorse più tranquille, cioè con i soliti problemi.
Molto del mio tempo lo passo a raccogliere statistiche sull’attività svolta in ospedale (alle attività del territorio fortunatamente ci pensano Laura e Barbara, rispettivamente per la salute materno-infantile e la denutrizione dei bambini). I dati da raccogliere in parte sono quelli raccolti routinariamente dall’infermiera Jacinta, che mi sembra molto attenta e accurata ma che si trova spesso di fronte a registri dove le attività sono riportate in modo incompleto o con scrittura o abbreviazioni incomprensibili. Altri dati invece li dobbiamo raccogliere io e gli altri cooperanti del Cuamm perchè richiesti dai progetti che dobbiamo realizzare per assicurare all’ospedale medici, farmaci e altri prodotti necessari; l’impressione, però, è che col tempo e con l’avvicendarsi dei progetti, i dati da raccogliere si siano man mano aggiunti (anzichè sostituirsi) e ora se ne devono raccogliere centinaia senza un chiaro motivo: un po’ come quel soldato che negli anni ’90 faceva la guardia ad una panchina e quando finalmente qualcuno si chiese perchè, investigando sulla questione, scoprì che era così dal 1912 quando per una visita di Re Vitt. Emanuele III venne messo un soldato perchè la panchina di allora era stata appena dipinta e non si voleva che qualcuno degli ospiti vi si sedesse (non so se l’episodio sia vero ma comunque è verosimile).
Altra attività che mi prende molto tempo sono le riunioni: tutte le mattine, alle 8 e per 30-60 minuti, con la Direzione, i medici e i capo-sala per l’aggiornamento su cosa è successo in ospedale nelle 24 ore precedenti; nelle due settimane passate la Direttora ha stabilito che le riunioni, invece che nell’apposita sala dell’edificio della Direzione, si tenessero a rotazione nei vari reparti e servizi, per approfondire a turno i problemi di ogni settore; il lunedì mattina c’è poi la riunione del Comitato di gestione (Direzione e medici angolani)  per decidere su come affrontare i problemi dell’ospedale. Il giovedì mattina riunione col team economico-finanziario (con Direttora, Direttore amministrativo, e i due contabili dell’ospedale) per stabilire cosa fare dei quattro soldi disponibili; p. es. giovedì scorso erano disponibili 2.700 € sui conti in banca, più 1.250 € incassati dai pazienti la settimana precedente e altri 2.750 € dati dal Cuamm come contributo mensile per un totale di 6.700 €;si è quindi stabilito di usare 1.000 € per comprare il combustibile per auto e generatori, 1.900 € per pagare gli stipendi di gennaio a 1 medico e 7 altri dipendenti (gli altri aspetteranno ancora) e via via altre spese minori (neanche un farmaco), lasciando però in cassa 3.150 € per eventuali imprevisti ... ecco questa è la lacrimevole situazione finanziaria di un ospedale da 200 letti!
Infine la riunione del venerdì alle 16 tra noi del Cuamm: ci scambiamo informazioni sulle attività della settimana che viene, in particolare chi va dove, per eventuali spese da fare approfittando di viaggi nei capoluoghi di provincia e regione. E poi segnalazioni di farmaci che non ci sono più o stanno finendo o stanno arrivando; di farmaci, reagenti di laboratorio e altri prodotti prioritari da comprare, magari in piccole quantità ... e allora Paolo, il nostro amministratore, ci aggiorna su cosa hanno in cassa i vari Progetti in corso e, eventualmente, si fa una colletta tra noi per raccogliere qualche centinaio di € per gli acquisti più urgenti, spesso usando quei soldi che ad alcuni di noi sono stati affidati da parenti, amici e colleghi prima di partire dall’Italia.
La scorsa settimana una riunione particolarmente difficile, a momenti tesa, con tutti i medici “ospedalieri” nel nostro gazebo-riunioni: si discuteva, per l’ennesima volta, della difficile situazione delle nostre tre pediatre e del troppo lavoro che devono fare. Dalla discussione sono però venuti suggerimenti dai tre colleghi angolani e dalla ginecologa lombarda (e da me) su come organizzarsi meglio ma la pediatra titolare, spagnola, non accetta di affidare agli infermieri buona parte dell’attività che in Europa fanno i medici e quindi si dovrà attendere l’imminente arrivo del pediatra italiano che la sostituirà per tornare a un’organizzazione più africana, più adatta a questo contesto: ci si deve adattare alla situazione e non cercare di adattarla alle nostre precedenti esperienze ... ma non tutti ci riescono. Intanto lei e le due specializzande in pediatria che l’affiancano continueranno a sfiancarsi di lavoro, notte e giorno, a volte dalle 5 a ben oltre la mezzanotte; mi dispiace per le specializzande non solo perchè così lavorano troppo ma perchè avrebbero potuto sperimentare una diversa organizzazione del lavoro e avrebbero potuto dedicarsi piuttosto al miglioramento di quei settori (centro denutriti innanzitutto, ma anche l’ambulatorio per esterni) che pare lavorino piuttosto male.
Infine ci sono le visite ufficiali di varie delegazioni: è venuto il Vice-Governatore con un corteo di 10 fuoristrada per promettere che varie costruzioni, iniziate negli anni scorsi e mai finite per esaurimento dei fondi, verranno completate prima di agosto, quando ci saranno le elezioni presidenziali. Due giorni dopo è venuto l’impresario cinese che dovrà completare questi lavori. Poi è venuto un funzionario del Fondo Sovrano dell’Angola, un govane e simpatico  ingegnere elettro-meccanico di Luanda, che doveva rendersi conto di un progetto da loro finanziato, molto importante per l’ospedale e che sta terminando, per il quale chiediamo un ri-finanziamento per tre anni; il poveretto non era mai stato quaggiù nè in un posto povero e desolato come il Cunene, quindi è rimasto molto colpito dalla situazione e dagli sforzi che stiamo compiendo in campo sanitario a favore di madri e bambini: i progetti che vengono presentati al Fondo sono però numerosi e chissà se il nostro, senza particolari appoggi politici, sarà adeguatamente apprezzato.
E poi ci sono tanti piccoli colloqui: il caposala dellle vaccinazioni chiede un foglio di calcolo per fare le statistiche mensili e chiede di ripristinare la presenza di un’ostetrica che visiti le gravide quando loro vanno a fare le vaccinazioni sul territorio (servizio interrotto da quando i parti in ospedale sono raddoppiati senza che sia aumentato il personale della Maternità; e ho scoperto che in Maternità c’è una sola ostetrica diplomata: le altre sono infermiere o neanche infermiere che hanno appreso in reparto i rudimenti dell’ostetricia!); il capo del settore statistica, che sta ancora usando i fogli di calcolo che avevo fatto nel 2011, chiede di riunire i fogli di calcolo di 3 mesi in modo che vengano automaticamente calcolate le statistiche trimestrali; il personale della Farmacia per esterni e del Deposito farmaci non hanno neanche idea di cosa possa essere il “consumo mensile medio”, così come i caposala non sanno stimare quanti farmaci richiedere per coprire i 3-4 giorni successivi, potendo fare le richieste al Deposito solo due volte per settimana. Insomma una marea di piccoli problemi.
Quindi un lavoro non avventuroso, alla Indiana Jones, ma che anzi potrebbe essere noioso se non ricordassi sempre a me stesso che sto cercando le teste giuste, le persone con la mentalità giusta, per appoggiarle e formarle in modo che possano prendersi carico a lungo di questi settori e attività che non sono direttamente in favore dei pazienti ma che sono necessarie per assicurare a medici e infermieri l’essenziale per lavorare decentemente con i malati.
Solo due foto per mostrare il gazebo dove ci riuniamo noi del Cuamm il venerdì pomeriggio: nella panoramica dietro al django, un po' a sinistra, c’è la mia casa e più a sinistra la casetta e le altalene per i bambini di casa e i loro amici locali. Nell’altra foto si vedono Laura (piemontese, progetto Materno-Infantile nella provincia di Ombadja) e Barbara (friulana, progetto Denutrizione nelle Provincie di Ombadja e Cahama più il Centro Speciale Denutriti della capitale regionele), che spesso vengono a trovarmi per mettermi al corrente delle loro attività e condividere idee.
Cari saluti a tutti.

Marco