sabato 27 gennaio 2018

2 mesi dal ritorno in Italia !

Oltre un mese che non scrivo! Ma in mezzo ci sono state le vacanze di Natale, passate a Torre Pellice, in casa coi figli. E i due faticosissimi viaggi di andata e ritorno attraverso Addis Abeba.
Nell’aeroporto di Luanda, nel settore voli internazionali, hanno allestito numerosi negozi di souvenir e regali vari prima inesistenti: statuette in pietra e legno, carte geografiche, adesivi e bandiere dell’Angola, CD di musica angolana e libri di vario genere in portoghese, casacche e abiti coloratissimi, tipo hawaiano ma con temi in stile africano … insomma si passa piacevolmente il tempo e la prossima volta, al ritorno definitivo in Italia, ne approfitteremo ancor piú di questa volta.
Il viaggio verso l’Italia è stato il peggiore: 3-4 controlli di sicurezza sia a Luanda (fin sotto la scaletta dell’aereo, con un camper munito di RX per i bagagli a mano) che ad Addis Abeba, dove ci hanno fatto uscire dal settore dei voli internazionali a quello dei voli nazionali (1º controllo) e poi siamo dovuti ripassare da quel settore a quello internazionale (altri 2 controlli, togliendo anche le scarpe); peró Bianca e la mamma di una specializzanda in Pediatria che, col marito, erano venuti a Chiulo in visita alla figlia, hanno potuto visitare i negozietti del ricchissimo artigianato etiope.
Al ritorno è andata meglio perché ad Addis non ci hanno fatto uscire dal settore internazionale e quindi abbiamo evitato almeno 2 controlli peró non abbiamo potuto visitare i negozietti: pazienza. Inoltre mi ero portato dei panini imbottiti all’italiana e ho potuto fare a meno degli stomachevoli pasti offerti sui vari aerei (mentre Bianca si sbafava tutto senza vergogna).
Qui la situazione resta la stessa, sempre di grande incertezza. I fondi su cui possiamo contare sono del tutto insufficienti ma è anche vero che siamo solo all’inizio dell’anno e la Provvidenza (tramite il Cuamm) magari interverrá sostanziosamente.
Il progetto che piú ci sosteneva finora è stato sospeso: era finanziato dal Fondo Sovrano dell’Angola (FSDEA: quello alimentato dai proventi del petrolio, diamanti, oro e altre materie prime minerali) ma con l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica il suo consiglio di amministrazione è stato totalmente sostituito ma ancora manca la ratifica delle nomine da parte del Presidente, quindi i progetti come il nostro che non avevano ancora avuto la firma definitiva sono stati sospesi e a questo punto siamo tutti preoccupati: questo finanziamento era essenziale, anche se insufficiente, per le attivitá in ospedale e sul territorio.
Poi in questi giorni si saprá l’esito di un altro progetto presentato dal Cuamm, questa volta alla Conferenza Episcopale Italiana: anche questo è sulla salute materno-infantile e si aggiungerebbe a quello del FSDEA senza peró completarlo: mancherá ancora parecchio per arrivare a fine anno.
Un’altra speranza ci viene dai Lions Club: tramite quello di Torre Pellice, siamo arrivati ad un loro socio molto influente (e sensibile a questi temi!) a livello internazionale che ha invitato il Cuamm a presentare un altro progetto, stavolta sulla lotta alla Tubercolosi, per cui forse riusciremo a comprare un apparecchio radiologico (l’altro si era irrimediabilmente guastato nel giugno 2016) e a comprare un parte dei farmaci e reagenti di laboratorio necessari.
Insomma è un continuo procedere a singhiozzo, con speranze e delusioni.
Resta inoltre l’assenza di un efficace Servizio Tecnico ospedaliero, quello che dovrebbe provvedere alla manutenzione e riparazione degli edifici e dei vari impianti, per cui è un continuo guastarsi di generatori piccoli e grandi, mancanza di acqua generalizzata, mancanza di elettricitá in vari reparti; vengono chiamati tecnici locali, che abitano nelle cittá piú vicine, quindi a 30 o 130 km di distanza) ma questi hanno competenze molto limitate e nessuna conoscenza teorica, e quindi consapevolezza, di quel che fanno quando tirano un fino da qui a lí: tutti contenti se l’elettricitá arriva, senza sapere se il filo ne sta portando troppa e quindi presto brucerá, in un caos sempre piú inestricabile di fili di tutti i colori (mentre per un elettricista vero ogni colore ha un suo preciso significato e lo aiuta nel suo lavoro).
Anche i farmaci sono un problema grave, con un continuo correre a comprare un po’ di quelli piú essenziali: abbiamo comprato anti-tubercolari per un mese ma ora non possiamo comprarne altri perché il progetto del FSDEA è sospeso; sono finiti 2 dei test necessari per fare le trasfusioni, li abbiamo trovati e comprati a Luanda ma da lí non sono riusciti a spedirceli per aereo perché il sistema informatico della compagnia aerea nazionale TAAG non funzionava e quindi non hanno potuto accettarli: io avevo detto di affidarli a un passeggero di buona volontá, spiegandogli di cosa si tratta e facendogli vedere le varie boccette dei reagenti, come si faceva quando ero qui alcuni anni fa; ma i nostri a Luanda non mi hanno dato retta, sembrano incapaci di adattarsi ad una situazione di modernizzazione si ma incerta, zoppicante, dove ancora è necessario chiedere qualche volta la collaborazione di volenterosi, e cosí giá da ieri niente trasfusioni; i reagenti arriveranno martedí (forse) e fino ad allora qualcuno ci potrá rimettere la pelle. E Chiulo è l’unico ospedale che riusciva a fare le trasfusioni, almeno nel Nord Kunene. Il personale infermieristico, non abbastanza valorizzato, sta lentamente diminuendo: un’infermiera è morta in un recente incidente stradale, altre si sono trasferite altrove per motivi di famiglia o per continuare gli studi; io e Bianca ne abbiamo assunte 4, le paghiamo noi attraverso l’ospedale, per dare una mano nei settori dove avevano dovuto sospendere delle attivitá (le importantissime vaccinazioni extra-ospedaliere, il consultorio ostetrico ecc.) ma ce ne vorrebbero una dozzina per ripristinare in pieno i servizi senza costringere il personale a rinunciare a riposi o recuperi, come avviene ora in Maternitá; chiesto al Cuamm, per ora senza risposta: vedremo coi prossimi progetti se potremo permetterci queste assunzioni.
Infine le incomprensioni coi colleghi del Cuamm: tutte queste carenze (farmaci, apparecchi elettromedicali senza elettricitá, raggi X, strumenti chirurgici funzionanti, anestesie “come si deve” ecc.) finiscono col provocare quasi-scontri tra noi, evidenziando le differenti impostazioni tra veterani e chi è alla prima esperienza, tra ospedalieri e territoriali, tra pediatri e altri specialisti, tra chi lavora in Direzione e pensa in termini globali e chi nei singoli reparti e pensa solo a quelli. Anche in passato avevo avuto questa esperienza e anzi in certe occasioni alla fine a stento ci si salutava quando ci si incontrava; stavolta va meglio, forse perché comunque ognuno cerca di non esagerare nella propria posizione, forse perché spesso abbiamo occasione di stare tutti insieme, nella riunione de venerdí pomeriggio e poi per per le tante cene in comune, per le quali si inventano tutte le scuse: parte qualcuno, arriva qualcun altro, c’è un compleanno da festeggiare e cosí via. Quindi ci sono occasioni per manifestare le proprie convinzioni ma anche per smussare i disaccordi e cercare di capire la posizione dell’altro. D’altra parte son tutte brave persone anche se hanno opinioni cosí diverse tra loro e rispetto a quella che teoricamente è la missione del Cuamm. Comunque per mantenere un minimo di equilibrio mentale, abbiamo anche organizzato delle gite di gruppo: una domenica al lago di Manquete (un diverticolo del fiume Kunene, dove i cinesi stanno costruendo enormi risaie) o, come in questo weekend, gite di 2-3 giorni a Lubango (3ª cittá dell’Angola, a 1.700 m s.l.m., con ricca vegetazione, grandi supermercati, ristoranti, negozi di ogni tipo, un mercato ricco di tessuti africani e tanto altro … sembra un altro Paese rispetto al semi-arido Kunene). E poi qualcuno puó aggregarsi a Laura, la medica che lavora sul territorio, e visitare dispensari lontanissimi, passando una giornata interessante e diversa dal solito.
Le risaie, ancora senza acqua; sullo sfondo l'argine artificiale di terra biancastra.
Poi le cime degli alberi del Parco Nazionale, sull'altra riva del Fiume Kunene

Per creare gli argini sono state rimosse grandi quantitá di terra 
ma cercando di salvare i baobab piú grandi
I grandi silos dove verrá conservato il riso

I cooperanti del Cuamm con l'autista Pascoal mentre consumano il pic nic,
in attesa delle formiche

Il lungo Lago di Manquete, parallelo al Fiume Kunene, che lo alimenta

Ormai mancano due mesi scarsi al rientro definitivo in Italia. Da una parte mi dispiace moltissimo lasciare i miei colleghi locali della Direzione dell’Ospedale, del settore Finanze, della Farmacia, i medici angolani ed alcune infermiere, insomma quelli con i quali ho collaborato di piú e che per questo ho potuto apprezzare molto.
Dall’altra la mancanza di un settore tecnico che funzioni, con tutte le conseguenze pratiche nella vita e nel lavoro di tutti i giorni, e le incomprensioni coi colleghi italiani sia qui a Chiulo che con quelli a Luanda e Padova, fanno assolutamente prevalere il desiderio di andarmene da questa situazione cosí stressante, nella quale l’obiettivo non è piú lo sviluppo del personale locale e dell’organizzazione ma appena il prolungamento dell’agonia dell’Ospedale, la sua sopravvivenza di giorno in giorno, in attesa che l’Angola esca dalla crisi economica e il Governo riprenda il suo ruolo di principale partner dell’Ospedale.
Prima della nostra partenza dovrebbe arrivare il medico che mi sostituirá, un anestesista, anche lui accompagnato dalla moglie, un’amministrativa; in questo modo potremo stare un po’ di giorni insieme e fare un discreto passaggio delle consegne: ce n’é davvero bisogno perché sono tante, troppe, le cose da spiegare, le persone da far conoscere nei loro pregi e difetti, insomma le tante informazioni necessarie per partire senza dover riscoprire tutto, quindi senza fare tanti errori, seguiti poi da tante marce indietro.
Un caro saluto a tutti.

Marco