Oltre un mese che non scrivo! Ma in mezzo ci
sono state le vacanze di Natale, passate a Torre Pellice, in casa coi figli. E
i due faticosissimi viaggi di andata e ritorno attraverso Addis Abeba.
Nell’aeroporto di Luanda, nel settore voli
internazionali, hanno allestito numerosi negozi di souvenir e regali vari prima
inesistenti: statuette in pietra e legno, carte geografiche, adesivi e bandiere
dell’Angola, CD di musica angolana e libri di vario genere in portoghese,
casacche e abiti coloratissimi, tipo hawaiano ma con temi in stile africano …
insomma si passa piacevolmente il tempo e la prossima volta, al ritorno
definitivo in Italia, ne approfitteremo ancor piú di questa volta.
Il viaggio verso l’Italia è stato il peggiore:
3-4 controlli di sicurezza sia a Luanda (fin sotto la scaletta dell’aereo, con
un camper munito di RX per i bagagli a mano) che ad Addis Abeba, dove ci hanno
fatto uscire dal settore dei voli internazionali a quello dei voli nazionali
(1º controllo) e poi siamo dovuti ripassare da quel settore a quello
internazionale (altri 2 controlli, togliendo anche le scarpe); peró Bianca e la
mamma di una specializzanda in Pediatria che, col marito, erano venuti a Chiulo
in visita alla figlia, hanno potuto visitare i negozietti del ricchissimo
artigianato etiope.
Al ritorno è andata meglio perché ad Addis non
ci hanno fatto uscire dal settore internazionale e quindi abbiamo evitato almeno
2 controlli peró non abbiamo potuto visitare i negozietti: pazienza. Inoltre mi
ero portato dei panini imbottiti all’italiana e ho potuto fare a meno degli
stomachevoli pasti offerti sui vari aerei (mentre Bianca si sbafava tutto senza
vergogna).
Qui la situazione resta la stessa, sempre di
grande incertezza. I fondi su cui possiamo contare sono del tutto insufficienti
ma è anche vero che siamo solo all’inizio dell’anno e la Provvidenza (tramite
il Cuamm) magari interverrá sostanziosamente.
Il progetto che piú ci sosteneva finora è
stato sospeso: era finanziato dal Fondo Sovrano dell’Angola (FSDEA: quello
alimentato dai proventi del petrolio, diamanti, oro e altre materie prime
minerali) ma con l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica il suo
consiglio di amministrazione è stato totalmente sostituito ma ancora manca la
ratifica delle nomine da parte del Presidente, quindi i progetti come il nostro
che non avevano ancora avuto la firma definitiva sono stati sospesi e a questo
punto siamo tutti preoccupati: questo finanziamento era essenziale, anche se
insufficiente, per le attivitá in ospedale e sul territorio.
Poi in questi giorni si saprá l’esito di un
altro progetto presentato dal Cuamm, questa volta alla Conferenza Episcopale
Italiana: anche questo è sulla salute materno-infantile e si aggiungerebbe a
quello del FSDEA senza peró completarlo: mancherá ancora parecchio per arrivare
a fine anno.
Un’altra speranza ci viene dai Lions Club:
tramite quello di Torre Pellice, siamo arrivati ad un loro socio molto
influente (e sensibile a questi temi!) a livello internazionale che ha invitato
il Cuamm a presentare un altro progetto, stavolta sulla lotta alla Tubercolosi,
per cui forse riusciremo a comprare un apparecchio radiologico (l’altro si era
irrimediabilmente guastato nel giugno 2016) e a comprare un parte dei farmaci e
reagenti di laboratorio necessari.
Insomma è un continuo procedere a singhiozzo,
con speranze e delusioni.
Resta inoltre l’assenza di un efficace Servizio
Tecnico ospedaliero, quello che dovrebbe provvedere alla manutenzione e
riparazione degli edifici e dei vari impianti, per cui è un continuo guastarsi
di generatori piccoli e grandi, mancanza di acqua generalizzata, mancanza di
elettricitá in vari reparti; vengono chiamati tecnici locali, che abitano nelle
cittá piú vicine, quindi a 30 o 130 km di distanza) ma questi hanno competenze
molto limitate e nessuna conoscenza teorica, e quindi consapevolezza, di quel
che fanno quando tirano un fino da qui a lí: tutti contenti se l’elettricitá
arriva, senza sapere se il filo ne sta portando troppa e quindi presto brucerá,
in un caos sempre piú inestricabile di fili di tutti i colori (mentre per un
elettricista vero ogni colore ha un suo preciso significato e lo aiuta nel suo
lavoro).
Anche i farmaci sono un problema grave, con un
continuo correre a comprare un po’ di quelli piú essenziali: abbiamo comprato
anti-tubercolari per un mese ma ora non possiamo comprarne altri perché il
progetto del FSDEA è sospeso; sono finiti 2 dei test necessari per fare le
trasfusioni, li abbiamo trovati e comprati a Luanda ma da lí non sono riusciti
a spedirceli per aereo perché il sistema informatico della compagnia aerea
nazionale TAAG non funzionava e quindi non hanno potuto accettarli: io avevo
detto di affidarli a un passeggero di buona volontá, spiegandogli di cosa si
tratta e facendogli vedere le varie boccette dei reagenti, come si faceva
quando ero qui alcuni anni fa; ma i nostri a Luanda non mi hanno dato retta,
sembrano incapaci di adattarsi ad una situazione di modernizzazione si ma
incerta, zoppicante, dove ancora è necessario chiedere qualche volta la collaborazione
di volenterosi, e cosí giá da ieri niente trasfusioni; i reagenti arriveranno
martedí (forse) e fino ad allora qualcuno ci potrá rimettere la pelle. E Chiulo
è l’unico ospedale che riusciva a fare le trasfusioni, almeno nel Nord Kunene.
Il personale infermieristico, non abbastanza valorizzato, sta lentamente
diminuendo: un’infermiera è morta in un recente incidente stradale, altre si
sono trasferite altrove per motivi di famiglia o per continuare gli studi; io e
Bianca ne abbiamo assunte 4, le paghiamo noi attraverso l’ospedale, per dare
una mano nei settori dove avevano dovuto sospendere delle attivitá (le
importantissime vaccinazioni extra-ospedaliere, il consultorio ostetrico ecc.)
ma ce ne vorrebbero una dozzina per ripristinare in pieno i servizi senza
costringere il personale a rinunciare a riposi o recuperi, come avviene ora in
Maternitá; chiesto al Cuamm, per ora senza risposta: vedremo coi prossimi
progetti se potremo permetterci queste assunzioni.
Infine le incomprensioni coi colleghi del
Cuamm: tutte queste carenze (farmaci, apparecchi elettromedicali senza
elettricitá, raggi X, strumenti chirurgici funzionanti, anestesie “come si deve”
ecc.) finiscono col provocare quasi-scontri tra noi, evidenziando le differenti
impostazioni tra veterani e chi è alla prima esperienza, tra ospedalieri e
territoriali, tra pediatri e altri specialisti, tra chi lavora in Direzione e
pensa in termini globali e chi nei singoli reparti e pensa solo a quelli. Anche
in passato avevo avuto questa esperienza e anzi in certe occasioni alla fine a
stento ci si salutava quando ci si incontrava; stavolta va meglio, forse perché
comunque ognuno cerca di non esagerare nella propria posizione, forse perché
spesso abbiamo occasione di stare tutti insieme, nella riunione de venerdí
pomeriggio e poi per per le tante cene in comune, per le quali si inventano
tutte le scuse: parte qualcuno, arriva qualcun altro, c’è un compleanno da
festeggiare e cosí via. Quindi ci sono occasioni per manifestare le proprie
convinzioni ma anche per smussare i disaccordi e cercare di capire la posizione
dell’altro. D’altra parte son tutte brave persone anche se hanno opinioni cosí
diverse tra loro e rispetto a quella che teoricamente è la missione del Cuamm.
Comunque per mantenere un minimo di equilibrio mentale, abbiamo anche
organizzato delle gite di gruppo: una domenica al lago di Manquete (un diverticolo
del fiume Kunene, dove i cinesi stanno costruendo enormi risaie) o, come in
questo weekend, gite di 2-3 giorni a Lubango (3ª cittá dell’Angola, a 1.700 m
s.l.m., con ricca vegetazione, grandi supermercati, ristoranti, negozi di ogni
tipo, un mercato ricco di tessuti africani e tanto altro … sembra un altro Paese
rispetto al semi-arido Kunene). E poi qualcuno puó aggregarsi a Laura, la
medica che lavora sul territorio, e visitare dispensari lontanissimi, passando
una giornata interessante e diversa dal solito.
Le risaie, ancora senza acqua; sullo sfondo l'argine artificiale di terra biancastra. Poi le cime degli alberi del Parco Nazionale, sull'altra riva del Fiume Kunene |
Per creare gli argini sono state rimosse grandi quantitá di terra
ma cercando di salvare i baobab piú grandi |
I grandi silos dove verrá conservato il riso |
I cooperanti del Cuamm con l'autista Pascoal mentre consumano il pic nic, in attesa delle formiche |
Il lungo Lago di Manquete, parallelo al Fiume Kunene, che lo alimenta |
Ormai mancano due mesi scarsi al rientro
definitivo in Italia. Da una parte mi dispiace moltissimo lasciare i miei
colleghi locali della Direzione dell’Ospedale, del settore Finanze, della
Farmacia, i medici angolani ed alcune infermiere, insomma quelli con i quali ho
collaborato di piú e che per questo ho potuto apprezzare molto.
Dall’altra la mancanza di un settore tecnico
che funzioni, con tutte le conseguenze pratiche nella vita e nel lavoro di
tutti i giorni, e le incomprensioni coi colleghi italiani sia qui a Chiulo che
con quelli a Luanda e Padova, fanno assolutamente prevalere il desiderio di
andarmene da questa situazione cosí stressante, nella quale l’obiettivo non è
piú lo sviluppo del personale locale e dell’organizzazione ma appena il
prolungamento dell’agonia dell’Ospedale, la sua sopravvivenza di giorno in giorno,
in attesa che l’Angola esca dalla crisi economica e il Governo riprenda il suo
ruolo di principale partner dell’Ospedale.
Prima della nostra partenza dovrebbe arrivare il
medico che mi sostituirá, un anestesista, anche lui accompagnato dalla moglie,
un’amministrativa; in questo modo potremo stare un po’ di giorni insieme e fare
un discreto passaggio delle consegne: ce n’é davvero bisogno perché sono tante,
troppe, le cose da spiegare, le persone da far conoscere nei loro pregi e
difetti, insomma le tante informazioni necessarie per partire senza dover riscoprire
tutto, quindi senza fare tanti errori, seguiti poi da tante marce indietro.
Un caro saluto a tutti.
Marco