Carissimi,
sono passati alcuni giorni dal post precedente
e ho nuove cose da raccontare, approfittando del lungo weekend del 1º Maggio.
Martedì 25 sono andato a fare un lungo giro, 8
ore su strade sterrate (e pranzo saltato!), incrociando in tutto 4 auto, per visitare 3 strutture
periferiche gestite solo da infermieri. Mi sono limitato ad accompagnare Laura,
la dottoressa che ha l’incarico di seguire e sostenere le 31 strutture di questo tipo presenti nella nostra
provincia, visto che la Direzione Provinciale di Salute non ha i mezzi di
trasporto per fare la supervisione.
Laura, accompagnata da 2 o 3 infermiere messe
a disposizione dalla Direzione, sta quindi visitando ogni volta 2 o 3 di questi
centri per fare il censimento delle risorse e dei bisogni di ognuno. Siamo
quindi andati verso sud, verso il confine con la Namibia, aggirandoci su piste
che zigzagano tra innumerevoli pozze, stagni e vaste paludi lasciati dalle
piogge che stanno finendo; distese di acqua anche vaste 1 o 2 Km ma probabilmente
poco profonde: non ne abbiamo certo controllato la profondità per paura di
restare impantanati nel fango e per questo abbiamo dovuto fare innumerevoli
giravolte per aggirare pozze grandi e piccole. Dall'acqua spuntavano fili d’erba
verde pallido, in certi punti più fitti, a formare isolotti, in altri punti più
radi, e allora trovavano posto colonie di piccole ninfee, ognuna col suo grande
fiore bianco. Qualche isolato trampoliere, aironi cinerini e bianchissime aigrette, volava via disturbato dalla nostra grossa e rumorosa Toyota Land Cruiser: ormai gli unici
animali selvatici che si possono incontrare.
Le tre strutture periferiche erano
profondamente diverse tra loro.
A Osonjii si trattava di una capanna tradizionale
fatta di tronchi d’albero infissi verticalmente nel terreno a formare una
parete piena di fessure, con il tetto di paglia e il pavimento in terra
battuta. Il locale era diviso in due parti da una stuoia: in una parte
avvengono le visite degli utenti, l’altra metà della capanna fa da magazzino.
Era presente una sola infermiera, in camice bianco, mentre l’altra era in
ferie. Farmaci in gran parte finiti; bilancia e apparecchio per la pressione
fuori uso. Malgrado la pochezza della struttura e del materiale disponibile, l’impressione
era positiva: la capanna era pulita e ordinata, l’infermiera sembrava preparata
e aveva avuto anche una formazione specifica per seguire i parti normali e
mandare in ospedale quelli che normali non sono.
Il Posto di Salute di Osonjii - esterno
Posto di Salute di Osonjii - interno con Infermiera e supervisori
Ci siamo spostati poi a Ndeitotela dove invece
abbiamo trovato una bella costruzione in muratura con grondaia su uno degli
spioventi, per raccogliere l’acqua piovana e inviarla ad un grosso serbatoio
sotterraneo, purtroppo vuoto perché evidentemente deve avere grosse crepe che
lo rendono inutile. L’interno del posto di salute ha 4 locali principali, non
molto ampi (sala parto, stanza pre-post parto con 3 letti, infermeria e stanza
visite per malattie comuni) più un piccolo deposito per farmaci e altri
materiali. Anche qui una sola infermiera che è arrivata subito dopo di noi,
quindi verso le 10 del mattino, perché abita lontano malgrado che accanto al
centro di salute vi siano alloggi per due infermieri con famiglia. Anche qui
pochi farmaci disponibili e attrezzature di base fuori uso. Presenti però
pannello fotovoltaico che alimenta il frigo dei vaccini e le lampadine a
soffitto. All'esterno una decina di persone aspettavano che iniziasse l'attività,
segno di fiducia nel personale del centro. Quindi qui la struttura sembra adeguata,
bisognosa di pochi interventi, principalmente la riparazione del serbatoio o l’installazione
di un serbatoio in plastica su una base in muratura, dove raccogliere l’acqua
piovana durante la stagione delle piogge e da far riempire ogni 1 o 2 settimane
con una cisterna durante la stagione secca, con acqua proveniente da Xangongo,
distante una 40ina di Km.
Ndeitotela - retro
Ndeitotela - Ingresso con verandina
Infine Okanautoni (Cuamato su Google Earth),
la vera destinazione della mia uscita perché è una localitá che avevo sentito
nominare tante volte e che mai avevo visitato. Si tratta di una grossa Missione
con 1 Padre e 5 Suore Dorotee, tutti angolani e tutti impegnati nella scuola
che fa parte del complesso, molto apprezzata nei dintorni per la serietà degli
studi. Il centro di salute in realtà è un piccolo ospedale, retto da 5
infermiere governative guidate con fermezza da Dona Modesta. Vari locali ampi
ed alti, luminosi e puliti (addirittura con pareti piastrellate fino a 1,5 m. dal
pavimento!); purtroppo i letti sono quasi tutti privi di materassi mentre i
pochi materassi di gommapiuma presenti non hanno più l’involucro di plastica e quindi
sono estremamente sporchi, impregnati da anni di liquidi biologici di ogni tipo;
e, soprattutto, i letti erano quasi tutti vuoti, mentre in passato il centro
era affollato di malati: perché? Accanto al centro due Case di Attesa per
partorienti: una in muratura é vuota perché pericolante ma si potrebbe riparare;
l’altra è una tettoia metallica che abbiamo fatto costruire l’anno scorso e
dove le donne a termine di gravidanza e i loro accompagnatori vivono nelle
rispettive tendine, per proteggersi da eventuali intemperie e dalle onnipresenti
zanzare. Una grossa sterilizzatrice a vapore giace all'esterno del Centro dal
1999 senza aver mai sterilizzato niente; l’ambulanza, a cui mancano due ruote,
è bloccata da una parte, in attesa di tempi migliori.
Centro di Salute di Okanautoni
Okanautoni - interno con tendine
Okanautoni - retro con ambulanza fuori uso
Okanautoni - Case di Attesa vecchia e nuova
Okanautoni - interno della nuova Casa di Attesa
Okanautoni - la sterilizzatrice mai usata
Di Okanautoni é l’anziano Padre Walipo, il
Vicario del Vescovo e il religioso che più direttamente segue l’ospedale di
Chiulo per conto appunto del Vescovo. E della sua famiglia fanno parte anche la
Diretora Generale Judithe (nipote), zia Teresinha (sorella) e tanti altri
lavoratori dell’Ospedale, costituendo così la principale delle 3 famiglie
egemoni di questa istituzione. D’altra parte la località é piccola e alla fine
si fa parte di una o l’altra delle poche “famiglie estese” presenti. Purtroppo l’infaticabile
P. Walipo non l’ho incontrato ma spero di farlo prossimamente, magari quando
verrà a trovarci nei suoi giri per tenere sotto controllo questa vasta Diocesi.
Gli altri giorni passano cercando dove trovare
farmaci e reagenti di laboratorio a buon prezzo, da comprare quando avremo
qualche soldo da spendere, e in riunioni e colloqui un po’ con tutti, per
cercare di risolvere i tanti e diversi problemi dell’Ospedale; purtroppo molti
hanno delle aspettative nei miei confronti assolutamente fuori dalla realtà,
sperando che io possa risolvere chissácché: ma mica sono Mandrake!
Venerdì mancava solo l’assemblea dei
lavoratori per discutere del nuovo Regolamento dell’Ospedale: altro pranzo
saltato!
Inserisco qualche foto delle 3 strutture visitate e dell'assemblea, così ci si può rendere l’idea
di come si presentano queste realtà.
Cari saluti a tutti e ringrazio
particolarmente chi é riuscito ad inserire dei commenti nel blog.
Marco