domenica 30 aprile 2017

Una giornata tra le paludi

Carissimi,
sono passati alcuni giorni dal post precedente e ho nuove cose da raccontare, approfittando del lungo weekend del 1º Maggio.
Martedì 25 sono andato a fare un lungo giro, 8 ore su strade sterrate (e pranzo saltato!), incrociando in tutto 4 auto, per visitare 3 strutture periferiche gestite solo da infermieri. Mi sono limitato ad accompagnare Laura, la dottoressa che ha l’incarico di seguire e sostenere le 31 strutture  di questo tipo presenti nella nostra provincia, visto che la Direzione Provinciale di Salute non ha i mezzi di trasporto per fare la supervisione.
Laura, accompagnata da 2 o 3 infermiere messe a disposizione dalla Direzione, sta quindi visitando ogni volta 2 o 3 di questi centri per fare il censimento delle risorse e dei bisogni di ognuno. Siamo quindi andati verso sud, verso il confine con la Namibia, aggirandoci su piste che zigzagano tra innumerevoli pozze, stagni e vaste paludi lasciati dalle piogge che stanno finendo; distese di acqua anche vaste 1 o 2 Km ma probabilmente poco profonde: non ne abbiamo certo controllato la profondità per paura di restare impantanati nel fango e per questo abbiamo dovuto fare innumerevoli giravolte per aggirare pozze grandi e piccole. Dall'acqua spuntavano fili d’erba verde pallido, in certi punti più fitti, a formare isolotti, in altri punti più radi, e allora trovavano posto colonie di piccole ninfee, ognuna col suo grande fiore bianco. Qualche isolato trampoliere, aironi cinerini e bianchissime aigrette, volava via disturbato dalla nostra grossa e rumorosa Toyota Land Cruiser: ormai gli unici animali selvatici che si possono incontrare.
Le tre strutture periferiche erano profondamente diverse tra loro.
A Osonjii si trattava di una capanna tradizionale fatta di tronchi d’albero infissi verticalmente nel terreno a formare una parete piena di fessure, con il tetto di paglia e il pavimento in terra battuta. Il locale era diviso in due parti da una stuoia: in una parte avvengono le visite degli utenti, l’altra metà della capanna fa da magazzino. Era presente una sola infermiera, in camice bianco, mentre l’altra era in ferie. Farmaci in gran parte finiti; bilancia e apparecchio per la pressione fuori uso. Malgrado la pochezza della struttura e del materiale disponibile, l’impressione era positiva: la capanna era pulita e ordinata, l’infermiera sembrava preparata e aveva avuto anche una formazione specifica per seguire i parti normali e mandare in ospedale quelli che normali non sono.
Il Posto di Salute di Osonjii - esterno
Posto di Salute di Osonjii - interno con Infermiera e supervisori

Ci siamo spostati poi a Ndeitotela dove invece abbiamo trovato una bella costruzione in muratura con grondaia su uno degli spioventi, per raccogliere l’acqua piovana e inviarla ad un grosso serbatoio sotterraneo, purtroppo vuoto perché evidentemente deve avere grosse crepe che lo rendono inutile. L’interno del posto di salute ha 4 locali principali, non molto ampi (sala parto, stanza pre-post parto con 3 letti, infermeria e stanza visite per malattie comuni) più un piccolo deposito per farmaci e altri materiali. Anche qui una sola infermiera che è arrivata subito dopo di noi, quindi verso le 10 del mattino, perché abita lontano malgrado che accanto al centro di salute vi siano alloggi per due infermieri con famiglia. Anche qui pochi farmaci disponibili e attrezzature di base fuori uso. Presenti però pannello fotovoltaico che alimenta il frigo dei vaccini e le lampadine a soffitto. All'esterno una decina di persone aspettavano che iniziasse l'attività, segno di fiducia nel personale del centro. Quindi qui la struttura sembra adeguata, bisognosa di pochi interventi, principalmente la riparazione del serbatoio o l’installazione di un serbatoio in plastica su una base in muratura, dove raccogliere l’acqua piovana durante la stagione delle piogge e da far riempire ogni 1 o 2 settimane con una cisterna durante la stagione secca, con acqua proveniente da Xangongo, distante una 40ina di Km.
 Ndeitotela - retro 
Ndeitotela - Ingresso con verandina

Infine Okanautoni (Cuamato su Google Earth), la vera destinazione della mia uscita perché è una localitá che avevo sentito nominare tante volte e che mai avevo visitato. Si tratta di una grossa Missione con 1 Padre e 5 Suore Dorotee, tutti angolani e tutti impegnati nella scuola che fa parte del complesso, molto apprezzata nei dintorni per la serietà degli studi. Il centro di salute in realtà è un piccolo ospedale, retto da 5 infermiere governative guidate con fermezza da Dona Modesta. Vari locali ampi ed alti, luminosi e puliti (addirittura con pareti piastrellate fino a 1,5 m. dal pavimento!); purtroppo i letti sono quasi tutti privi di materassi mentre i pochi materassi di gommapiuma presenti non hanno più l’involucro di plastica e quindi sono estremamente sporchi, impregnati da anni di liquidi biologici di ogni tipo; e, soprattutto, i letti erano quasi tutti vuoti, mentre in passato il centro era affollato di malati: perché? Accanto al centro due Case di Attesa per partorienti: una in muratura é vuota perché pericolante ma si potrebbe riparare; l’altra è una tettoia metallica che abbiamo fatto costruire l’anno scorso e dove le donne a termine di gravidanza e i loro accompagnatori vivono nelle rispettive tendine, per proteggersi da eventuali intemperie e dalle onnipresenti zanzare. Una grossa sterilizzatrice a vapore giace all'esterno del Centro dal 1999 senza aver mai sterilizzato niente; l’ambulanza, a cui mancano due ruote, è bloccata da una parte, in attesa di tempi migliori.

 Centro di Salute di Okanautoni

Okanautoni - interno con tendine

 Okanautoni - retro con ambulanza fuori uso

Okanautoni - Case di Attesa vecchia e nuova

 Okanautoni - interno della nuova Casa di Attesa

 Okanautoni - la sterilizzatrice mai usata


Di Okanautoni é l’anziano Padre Walipo, il Vicario del Vescovo e il religioso che più direttamente segue l’ospedale di Chiulo per conto appunto del Vescovo. E della sua famiglia fanno parte anche la Diretora Generale Judithe (nipote), zia Teresinha (sorella) e tanti altri lavoratori dell’Ospedale, costituendo così la principale delle 3 famiglie egemoni di questa istituzione. D’altra parte la località é piccola e alla fine si fa parte di una o l’altra delle poche “famiglie estese” presenti. Purtroppo l’infaticabile P. Walipo non l’ho incontrato ma spero di farlo prossimamente, magari quando verrà a trovarci nei suoi giri per tenere sotto controllo questa vasta Diocesi.

Gli altri giorni passano cercando dove trovare farmaci e reagenti di laboratorio a buon prezzo, da comprare quando avremo qualche soldo da spendere, e in riunioni e colloqui un po’ con tutti, per cercare di risolvere i tanti e diversi problemi dell’Ospedale; purtroppo molti hanno delle aspettative nei miei confronti assolutamente fuori dalla realtà, sperando che io possa risolvere chissácché: ma mica sono Mandrake!

Venerdì mancava solo l’assemblea dei lavoratori per discutere del nuovo Regolamento dell’Ospedale: altro pranzo saltato!

Inserisco qualche foto delle 3  strutture visitate e dell'assemblea, così ci si può rendere l’idea di come si presentano queste realtà.
Cari saluti a tutti e ringrazio particolarmente chi é riuscito ad inserire dei commenti nel blog.

Marco 

7 commenti:

  1. Ciao Marco, si qui è festa per qualcuno è io tra quelli...ho letto e scaricato foto, le sto radunano con le altre eccetto le pochissime sfocate. Le prime però erano migliori di queste ultime forse perché scattate all'esterno? Cerca di non saltare tutti 'sti pasti altrimenti Bianca avrà il suo da fare per recuperare...ahahah
    Ciao
    G

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  2. Caro Fe, devo anche imparare a non fotografarmi il dito della mano sinistra, come si vede nell'angolo superiore sinistro delle foto di Ndeitotela! è che sto usando semplicemente il cellulare, visto che la fotocamera vera e propria non l'ho potuta portare per problemi di peso e che comunque é molto piú ingombrante e scomoda del cellulare.
    Sto cercando di trovare i soldi per i farmaci, non so dove sbattere la testa e intanto ai pazienti dobbiamo sempre piú spesso dare la sola ricetta perché sempre piú farmaci stanno finendo. e non parliamo dei reagenti per le analisi di laboratorio: da piangere!
    Goditi la Sanitá italiana, tu che puoi!

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    1. Ciao Marco!
      Con un po' di ritardo leggo della tua ricognizione nei centri di salute.
      Fa' sicuramente piacere trovare personale medico al loro posto con dignita' negl'angoli piu' sperduti del mondo ,cio' che dispiace e' che non possano offrire ai pazienti il giusto trattamento vuoi come dici per mancanza di farmaci o per mancanza di attrezzature ,mi chiedo se sui farmaci il CUAMM provvedera' o se i farmaci del governo vengono forniti ma poi come succede spesso in Africa prendono altre strade ?
      Comunque ti faccio i miei migliori a te e a tutti i tuoi collaboratori .
      Un caro saluto ..Roberto Quagliotto.

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    2. Caro Roberto, ho l'impressione che la scomparsa di farmaci avvenga a livelli superiori e in quantità ragguardevoli. Ma soprattutto con l'attuale basso prezzo del petrolio il Governo non riesce a mandare più quell'assegno mensile che permetteva all'Ospedale di comprare anche dei farmaci, reagenti di laboratorio, altri consumabili (siringhe, guanti ecc.) e di pagare gli stipendi al personale non-governativo (pulizie, autisti, cucinieri ecc.).
      Venendo a mancare quel mensile, l'incasso dei ticket (in parte rimborsati dal Cuamm per madri e bambini) basta appena per comprare il combustibile per il generatore, le lampadine di ricambio, le serrature che si rompono ... una miseria! P. es. i vetri costano troppo e le finestre ne restano prive quando si rompono.
      Per fortuna ci sono i progetti del Cuamm sulla salute materno-infantile e la denutrizione, sostenuti da alcune fondazioni bancarie, la Caritas, l'Unione Europea e, soprattutto, da tanti singoli privati, che permettono di comprare un po' di quei prodotti di consumo a cui accennavo ma dobbiamo rinunciare a molti farmaci per concentrarci su quelli salva-vita, quindi chi ha malattie croniche (epilessia, ipertensione, insufficienza cardiaca, asma ecc.) o ha i soldi per comprarsi le medicine nelle farmacie private o soffre e peggiora fino al prossimo ricovero, se ci arriva.
      I Tubercolotici, poi, sono una tragedia: farmaci assenti da giugno 2016. Vabbene, é una malattia cronica, ci mette molto per aggravarsi e molto per migliorare e guarire con le cure, ma si tratta di mesi, non sarà così urgente ma non si puó aspettare troppo per curarla, e infatti tanti ne stanno morendo, naturalmente dopo aver contagiato ben bene parenti, amici e vicini.
      Grazie per il tuo post.
      A presto e saluti a tutti.
      Marco

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  3. Ciao Marco! Ci immedesimiamo molto nei tuoi racconti e speriamo che tu riesca a fare qualche miracolo, come li' si aspettano da te, anche se sappiamo che in quei luoghi i miracoli avvengono raramente! Cerca di pensare anche alla tua salute! Continueremo a seguirti: le foto ci fanno sentire vicini! Buona fortuna lucy e Francesco

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  4. Ciao Marco! Ci immedesimiamo molto nei tuoi racconti e speriamo che tu riesca a fare qualche miracolo, come li' si aspettano da te, anche se sappiamo che in quei luoghi i miracoli avvengono raramente! Cerca di pensare anche alla tua salute! Continueremo a seguirti: le foto ci fanno sentire vicini! Buona fortuna lucy e Francesco

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  5. Carissimi Francesco e Lucy, grazie per il vostro commento e la vostra vicinanza. Qui il lavoro mi si sta accumulando anche se io personalmente non sono coinvolto direttamente con i malati ma vengo richiesto per riunioni di pianificazione dell'ospedale, dell'acquisto di farmaci, delle statistiche dell'ospedale. E poi sta per venire una supervisione da parte del Fondo Sovrano dell'Angola che in questi ultimi anni é stato un importante finanziatore dell'ospedale e che quindi speriamo voglia mantenere il suo appoggio anche in futuro. E poi é assolutamente importante che sia appunto "angolano" e che finalmente istituzioni importanti di questo Paese investano per la propria crescita anche in campo sanitario e in un posto cosí isolato e lontano dai centri economici e di potere. Cari saluti. Marco

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