Carissimi,
é da un po’ che non scrivo niente di nuovo e invece
ce ne sarebbero di cose da raccontare! Niente di avventuroso, naturalmente, ma
comunque interessante.
Da mesi il Governo, pur pagando regolarmente
il personale qualificato dell’Ospedale (direttori, medici e infermieri, alcuni
operai e autisti) non invia piú il suo contributo mensile né farmaci e altri
prodotti sanitari monouso (siringhe, guanti ecc.).
Ma ora anche il contributo del Cuamm si é molto
ridotto: il progetto sull’intera Provincia finanziato dall’UE (contro la
denutrizione infantile) e quello sostenuto dal Fondo Sovrano dell’Angola (per
la salute materna e infantile) si sono conclusi. Le due cooperanti che li
seguivano sono giá tornate a casa. Il pediatra e la ginecologa, il cui costo
veniva pagato dai due programmi, restano ma a carico dell’unico progetto
rimasto (“Prima le Mamme e i Bambini: nutriamoli”, finanziato da un gruppo di
Fondazioni Bancarie italiane; anche la mia presenza qui era e resta a carico di
questo “progetto Fondazioni”) e delle donazioni di gruppi d’appoggio e privati
al Cuamm. Quindi niente piú farmaci in quantitá adeguate né attrezzature in
sostituzione di quelle che si rompono né aiuto all’Ospedale per comprare il
combustibile per generatori elettrici e ambulanza ecc. ecc. Vengono sospesi
anche i “mama kit” (un bacile, una barra di sapone, un asciugamano e delle
mutandine porta-assorbente per il neonato, una pezza di tessuto per legarsi il
piccolo sulla schiena) che finora venivano dati ad ogni neonato per
incoraggiare i parti in Ospedale (e avevano funzionato, con i parti raddoppiati
in 2 anni!) e le visite di supervisione alle 31 unitá periferiche governative e
al Centro di Salute della Chiesa Luterana. Molto ridotti i contributi per dar
da mangiare ai ricoverati in Pediatria e Tisiologia: la maggior parte dei ricoverati
anche di questi due reparti gli alimenti dovranno portarseli da casa, come é da
sempre per gli altri reparti.
Piccoli fondi della Conferenza Episcopale
Italiana e della Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli sono stati preziosi
per mantenere l’attivitá della Casa de Espera (Casa di Attesa, dove le donne
gravide che abitano a decine di Km dall’Ospedale vengono a vivere nelle ultime
settimane prima del parto, senza intasare il Reparto Maternitá) con le sue due
coordinatrici (una levatrice tradizionale e un’unfermiera disoccupata) e i
costosi “kit alimentari” (un sacchetto con riso, farina di mais, fagioli, olio
di semi ecc.) che vengono dati a ogni gravida all’ingresso nella Casa.
I due progetti conclusi erano molto importanti perché, oltre ad assicurare due medici all’ospedale (e due cooperanti al territorio), assicuravano l’arrivo di farmaci, reagenti di laboratorio, altri dispositivi sanitari di consumo, combustibile, nuovo equipaggiamento sanitario per pediatria, maternitá e sale operatorie.
I due progetti conclusi erano molto importanti perché, oltre ad assicurare due medici all’ospedale (e due cooperanti al territorio), assicuravano l’arrivo di farmaci, reagenti di laboratorio, altri dispositivi sanitari di consumo, combustibile, nuovo equipaggiamento sanitario per pediatria, maternitá e sale operatorie.
E cosí per alcune settimane gli infermieri
sono stati costretti a lavare e riusare i guanti non sterili di lattice, necessari
per proteggersi dalle infezioni qunado si medicano o visitano i pazienti; i
pazienti che devono fare iniezioni ricevevano in dotazione una singola siringa monouso,
di plastica, che doveva poi essere usata nei giorni successivi, senza
risterilizzarla né disinfettarla (tanto il paziente era sempre lo stesso, no?).
Poi finalmente sono arrivati un po’ di farmaci e altri prodotti di consumo ordinati
dal Cuamm in Olanda all’inizio di Apile e (ancor meno) inviati dal Governo, e
questo ha alleviato le nostre difficoltá; ora con i soldi donatici da amici e
parenti compreremo quel che ancora manca e per un paio di mesi dovremmo essere
piú tranquilli, poi speriamo nella Provvidenza e nel fatto che il Cuamm ha
presentato varie proposte di progetti a varie istituzioni e speriamo che almeno
per alcuni di loro ci sia una risposta favorevole.
Finché da Governo e progetti Cuamm sono
arrivati farmaci in quantitá adeguate, i farmaci venivano prescritti da
infermieri o medici e poi i pazienti li andavano a ritirare nella Farmacia per Esterni
dell’Ospedale senza aggravio del ticket pagato. Ora che i farmaci sono cosí
pochi ovviamente non possono piú essere ritirati qui ma i pazienti devono
andarseli a cercare nelle farmacie private che prosperano nei centri piccoli e
grandi, pagandoli profumatamente. Questo succede da molto negli Ospedali
Governativi “puri” ma qui a Chiulo finora eravamo riusciti ad evitarlo sia per
i pazienti ambulatoriali che per quelli ricoverati. Nei centri governativi da
anni il paziente viene visitato ma, prima di essere ricoverato, deve procurarsi
tutto il necessario per le sue cure: cerotti, garze, siringhe e aghi, guanti
sterili e non sterili, fili da sutura, catetere, medicinali vari, a seconda
della propria malattia. Qui a Chiulo finora non si é arrivati cosí in basso ma
é una lotta quotidiana e medici e infermieri segnalano continuamente le carenze
man mano che si manifestano e si lamentano ma inutilmente: senza soldi che
arrivino dal Governo o altra fonte non si puó procedere a nessun acquisto in
quantitá adeguate, “ospedaliere”.
L’Ospedale ha un suo Consiglio di
Amministrazione, presieduto dal Vescovo e di cui fa parte anche il Cuamm, che
dovrebbe decidere quali sviluppi deve avere nei prossimi anni l’Ospedale e
trovare le risorse necessarie per conseguire gli obiettivi decisi, e un
Comitato di Gestione, formato dai Direttori dell’Ospedale (D. Generale,
Amministrativo, del Personale e alcuni consulenti interni tra i quali sono
anche io come rappresentante del Cuamm) che dovrebbe mettere in atto le
attivitá necessarie per raggiungere quegli obiettivi usando risorse messe a
disposizione dal CdA. Ma il Vescovo ha altre prioritá, avendo una Diocesi
povera e dovendo aiutare i preti e le suore a sopravvivere, contemporaneamente riparando
per quanto possibile Chiese, case parrocchiali,
conventi e scuole. Il Governo resta il partner piú importante
dell’Ospedale, fornendo i salari al personale qualificato, ma a causa della
crisi del prezzo del petrolio non riesce a fare di piú. Il Cuamm cerca piccoli
fondi e presenta grossi progetti a Enti italiani e internazionali e deve
attenderne le decisioni.
E cosí anche noi del Comitato di Gestione
abbiamo cominciato a cercare risorse: la Direttora Generale ha telefonato al
Vice-Ministro della Salute, che lavorava nella nostra Regione e col quale ci
conoscevamo bene (proprio una brava persona, oltre che un bravo medico) per
chiedergli di farci in qualche modo avere un chirurgo o un ginecologo, da
affiancare a quello che il Cuamm continuerá a garantire. Sempre la Direttora ha
chiesto al Vescovo si fare pressione sul Governatore regionale perché ci regali
un nuovo grande generatore e/o un veicolo, per sostituire quelli attuali,
vecchi e con frequenti avaríe che necessitano di lunghe e costose riparazioni.
Io ho chiesto un chirurgo o un ginecologo sia
a una ONG olandese che negli anni ’90 aveva mandato qui 2 medici, sia a una ONG
protestante americana che invia medici e chirurghi in vari sopedali protestanti
nel Mondo (ma qui siamo cattolici! Mbé ma sempre “uomini di Buona Volontá”,
no?). Ho anche scritto ai Pratesi della Florida per vedere se riescono a fare
raccolte fondi a nostro favore.
Per ora tutte queste richieste, mie e della
Direttora, sono rimaste senza risposta.
Infine 2 altri membri del Comitato di
Gestione, i signori Gildo e Jorge, hanno presentato un progetto all’Ambasciata
del Giappone per riaprire la nostra storica Scuola Infermiere. Questo
aiuterebbe l’Ospedale perché le allieve, frequentando i reparti, darebbero un
importante aiuto concreto allo scarso personale dell’Ospedale. Nei giorni
scorsi un funzionario dell’Ambasciata é venuto a verificare che fine avessero
fatto i fondi che ci avevano donato nel 2014 per costruire il Pronto Soccorso;
é rimasto molto soddisfatto di vedere che il PS c’é, rispetta il progetto concordato e funziona
perfettamente; lui sta facendo il giro dei progetti finanziati dal Giappone e
finora ha trovato realizzazioni che non funzionano o uso dei loro finanziamenti
per cotruire tutt’altro rispetto al progetto concordato ... insomma era molto
soddisfatto di Chiulo: “pacta sunt servanda”!
Gli abbiamo ricordato la proposta di riapertura della Scuola Infermiere
ma in alternativa, se all’Ambasciata non piacesse una cosa del genere, gli
abbiamo proposto di comprarci un nuovo generatore grande o un parco
fotovoltaico, che darebbe energia all’Ospedale senza dover pagare il combustibile
per il generatore.
Vedremo se qualcuno di questi tentativi avrá
successo ma il nostro problema principale é la mancanza di farmaci e altri
consumabili: la nostra Medicina, quella “occidentale”, che si studia nelle
Universitá, si puó fare sotto un albero, possono pensarci gli infermieri con
pochi medici a supporto, di notte si possono usare torce elettriche e lampade a
petrolio ma senza farmaci e gli altri consumabili siamo paralizzati.
L’unico farmaco che puó essere prodotto qui é
il sangue per le trasfusioni ma anche per quello ci sono rimaste solo poche
sacche dove metterlo ... anche le sacche, che dovrebbero essere fornite
dall’apposito programma ministeriale, non arrivano da mesi. E allora noi del
Cuamm ci stiamo dando da fare per farcene regalare in Italia e farcene portare
10-20-50 alla volta dai vari medici, parenti e amici che vengono a trovarci.
Contemporaneamente ne stiamo cercando a Luanda, la capitale dell’Angola, per
evitare questa importazione informale, che sa un po’ di contrabbando, anche se
a fin di bene.
Insomma, malgrado tutti i trucchi e gli
escamotage che riusciamo a inventarci, qui, se non cambia sul serio qualcosa,
siamo messi proprio male.
Ieri ho dovuto fare una visita di supervisione
ad alcuni centri periferici dove abbiamo potuto costruire delle Case de Espera
(case di attesa) per le donne gravide, iniziativa che ha avuto molto successo
come ho avuto giá modo di scrivere: aggiungo qui sotto alcune foto della
foratura di una gomma, imprevisto frequente e per fortuna che abbiamo un
autista che pensa a tirarci fuori dai guai (con l’aiuto degli altri).
Cari saluti a tutti.
Marco
Fermi lungo la pista per una foratura con l'équipe della supervisione |
Le due ruote di scorta sono sul portabagagli del tetto. Oggi ne é servita una sola. |
L'autista al lavoro, sotto lo sguardo interessato della Diretora Municipal della Formazione Continua |
Prova
RispondiEliminaCarissimi Bianca e Marco,
RispondiEliminariprovo: sembra che da questo supporto riesca a lasciare un commento. Che situazione! Soltanto chi l'ha vissuta riesce a comprenderla fino in fondo. Siete veramente da ammirare e vi auguriamo di riuscire a portare un po' di conforto alla popolazione che si rivolge al "vostro" ospedale. Martedì scorso abbiamo fatto la prima riunione con Susanna e gli insegnanti per procedere con il progetto delle scuole: speriamo che anche quest'anno abbia successo e sopratutto ci impegneremo di più per vedere se è possible raccogliere fondi, vista l'emergenza che state vivendo.
Ci fa sempre molto piacere leggervi: al di là delle notizie che ci date e che naturalmente non ci rallegrano, ci sembra di esservi più vicini e almeno di potervi confortare con il nostro affetto!
Speriamo che stiate bene in salute, soprattutto Bianca si è rimessa bene? Un abbraccio grande e a presto Lucy e Francesco
Cari Marco Bianca e tutti da quelle parti,
RispondiEliminaio sto aspettando le pezze per poter"ritirare"l'ultimo finanziamento del quale vedo Marco sei a conoscenza e l8di ottobre faremo una presentazione durante la festa della comunità della Speeanza dove tu Marco sei ben conosciuto cosi come il cuamm. Per tale occasione dovrebbero venire Beatrice e suo marito. Quante cose si potrebbero fare...ricordati anche di qui pochi euro rimasti in conto se potessero servire. Buon lavoro e state in gamba ciao
G